Dopo il Museo Civico Etnografico di Stanghella e il Museo Civico dei Villaggi Scomparsi di Villa Estense, il viaggio #DaiColliall’Adige arriva nel centro del borgo di Vo’ Vecchio per visitare Villa Contarini Giovanelli Venier, sede del Museo del Paesaggio e Luogo della Memoria della Shoah.
Villa Contarini Giovanelli Venier – la cui costruzione risale con tutta probabilità alla fine del ‘500 – sorge in un punto privilegiato di confine e di passaggio, che fin dal medioevo – e forse ancora prima – ha rappresentato una sorta di varco tra i Colli Berici e i Colli Euganei. Queste terre, riscattate dalle paludi grazie a imponenti lavori di bonifica promossi dalla Repubblica di Venezia, risultano fin dal 1400 proprietà dei Contarini, potente e ricca famiglia del patriziato lagunare.
Attualmente le sale interne ospitano un interessante percorso museale: al piano nobile si trova il Museo del Paesaggio, con una ricca esposizione di copie di antiche mappe del territorio, il secondo piano è dedicato all’allestimento di mostre temporanee, mentre il piano terra è diventato Luogo della Memoria della Shoah, con i resti delle cucine utilizzate dagli internati ebrei delle province di Padova e Rovigo che furono qui reclusi tra il 1943 e il 1944.
Nella sua progettazione originaria il corpo centrale della villa riproponeva l’immagine aulica del palazzo veneziano; l’edificio presenta infatti una pianta quadrata tripartita con saloni centrali sovrapposti. Nell’Ottocento la proprietà passa alla famiglia Giovanelli-Venier che opera importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento, cambiando l’orientamento della facciata principale che, dal lato verso la piazza, viene spostato sul lato meridionale, di fronte alle barchesse. Anche gli interni subiscono un radicale riassetto e viene costruita la bellissima scala a mezzo bovolo che ancora oggi collega i vari piani dell’edificio.
Lo spazio esterno è rimasto organizzato secondo l’originario impianto barocco: la scalinata a doppia rampa si apre a semicerchio verso la corte, dove le due imponenti barchesse laterali disposte in posizione divergente, creano insieme alla cinta mura arrotondata in fondo al giardino, una curiosa forma “a goccia”.
Dopo la triste parentesi del secondo conflitto mondiale, negli anni ’50 la villa viene acquistata dal Comune di Vò, che vi ricava all’interno le abitazioni dei propri dipendenti e dei maestri elementari. Una delle due barchesse è stata utilizzata per molti anni come sede della scuola elementare, mentre l’altra barchessa, di proprietà privata, ospita ancora oggi un bar-trattoria.
Per visite e prenotazioni è possibile contattare l’Associazione Culturale CreatiVo’ (http://www.creativo01.com/).
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
Organismo responsabile dell’informazione: GAL Patavino
Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste
L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo