Expo 2015: Le vie della Bonifica tra passato, presente e futuro
Scoprire il paesaggio veneto disegnato dall’acqua per comprendere il ruolo fondamentale della gestione sostenibile della risorsa.
Il territorio in oggetto è il risultato di un incessante lavoro di bonifica idraulica ed irrigua, che ha definito nel corso dei secoli un importante sistema economico, sociale ed ambientale. La raffinata opera di governo delle acque permette ancor oggi di salvaguardare il delicato ma fondamentale equilibrio tra gli elementi vitali terra ed acqua, offrendo le basi per un’agricoltura di qualità, ricca e diversificata, e per le attività economiche di turismo rurale ad essa connesse, sia a sfondo culturale (storico-architettonico-paesaggistico) che enogastronomico.
La diffusione di tale cultura del territorio e la sua valorizzazione in chiave di sicurezza alimentare passano sicuramente anche attraverso questo progetto, che mantiene, come orizzonte finale cui tendere passo dopo passo, il contrasto ai cambiamenti climatici e alla scarsità delle risorse naturali.
Le persone coinvolte nell’iniziativa sono state molteplici. Loredana Margutti, Direttrice del GAL Patavino, è stata responsabile e capofila del progetto nell’insieme, oltre che rappresentante della partecipazione di tutti i GAL del Veneto. Andrea Crestani, Direttore di Unione Veneta Bonifiche, attraverso il proprio lavoro di regia del governo delle acque regionali, ha reso possibile la sostenibilità dei progetti, il paesaggio fluviale e il sistema idrologico veneto. Con Franco Fabris, Capo Settore Pianificazione Urbanistica del Comune di Padova, si è unita, alla progettualità provinciale-rurale, quella più strettamente urbano-cittadina, attraverso i percorsi cicloturistici sviluppati in collaborazione coi Settori Verde Pubblico e Mobilità e Traffico. Mirko Palmieri e Paola Bagatella, team “MPBresearch4innovation”, si sono occupati di creare un Sistema di Sistemi, multifunzionale ed in linea con la strategia Europa 2020, dando coerenza ai vari progetti.
Infine, Andrea Galeota, funzionario della Camera di Commercio Padova, ha illustrato i risultati di vari progetti di promozione promossi dall’Ente (percorsi Destra Brenta) per la valorizzazione del paesaggio e delle aziende agricole interessate, coinvolgendo così anche la Provincia di Padova attraverso il lavoro “Percorsi Rurali”.
Il progetto inoltre ha il patrocinio della Provincia di Padova e della Camera di Commericio di Padova ed è pubblicato nel sito Feedingknowledge realizzato per Expo 2015
PRINCIPALE INNOVAZIONE PRODOTTA
L’innovazione si legge attraverso una governance del territorio che, valorizzando i benefici derivanti dalla bonifica, ha saputo integrare diversi sistemi di gestione sostenibile delle risorse naturali, in primis acqua e terra.
Le Vie della Bonifica, nate mediante itinerari, sviluppati da GAL, UVB, Amministrazioni Locali, e mediante promozione dei prodotti, attraverso attività economiche ad essi dedicati, hanno reso possibile la nascita di un “sistema di sistemi”, fonte di sostenibilità economica, di sviluppo locale e d’occupazione. Si è quindi sviluppato un approccio “attento” all’uso, alla preservazione e alla gestione Smart della risorsa, per beneficiarne nel lungo periodo, aprendo il territorio al turismo e ai differenti linguaggi culturali, pur mantenendo le singole identità.
Tale “sistema di sistemi” rappresenta la struttura innovativa per un’agricoltura sostenibile ed una sicurezza alimentare che generino consapevolezza e stimolino soluzioni di natura sociale, economia ed ambientale.
Link alle interviste ai partner del progetto sul Canale Youtube del Gal Patavino:
- Loredana Margutti, Coordinatore Gal Patavino: Parte 1 e Parte 2
- Andrea Crestani, Direttore Unione Veneta Bonifiche: Parte 1 e Parte 2
- Staff MPB Research4innovation: video
- Arch. Franco Fabris, Capo Settore Pianificazione Urbanistica Comune di Padova: Parte 1 e Parte 2
BACKGROUND
Il territorio veneto, dal clima generalmente temperato, è morfologicamente molto vario e ricco di corsi d’acqua, che rendono la sua pianura una delle zone europee più fertili. Essendo stata in passato per lo più paludosa, vanta all’oggi una complessa e antica storia di bonifica, dai frati Benedettini nel Medioevo, fino all’istituzione rinascimentale del Consorzio.
Oggi la rete Consorzi di Bonifica, che gestisce il 64% del territorio, rende possibile una fiorente attività agricola che, leader nella produzione di mais e soia e notevole nell’arboricoltura, risulta trainante per industria e turismo e generatrice di economie collaterali con i prodotti agricoli (raccolta/distribuzione e vendita diretta).
La trasformazione da palude a terra coltivabile, ha creato una vera identità rurale della regione, cui si è poi sovrapposta, a seguito di dinamiche sociali di trasformazione, una struttura d’insediamento antropico a bassa densità, caratterizzando la “città diffusa”, tuttora pienamente leggibile.
Il territorio veneto coinvolto in questo nuovo progetto di valorizzazione, risulta esso stesso “primo beneficiario”: grazie ad un approccio integrato di sviluppo sostenibile in relazione alla gestione della risorsa acqua, si rende possibile unire più progetti e soggetti per garantire una sicurezza alimentare, permettendo così di generare un equilibrio fra i bisogni del presente e quelli del futuro. Il progetto e la sua valenza integrata, interagendo direttamente con chi vive il territorio, incidono sugli stili di vita delle persone (cittadini, turisti e famiglie), generando consapevolezza e apprendimento costante anche in ottica generazionale, sia dal punto di vista economico-produttivo che alimentare. Questo fa sì che si possano implementare politiche di sviluppo basate sul rispetto del sistema ecologico territoriale, producendo un impatto reale sulla vita quotidiana e il benessere della popolazione.
Il progetto, e la sua valenza integrata, interagendo direttamente con chi vive il territorio, incide sugli stili di vita delle persone (cittadini, turisti e famiglie) generando consapevolezza e apprendimento costante anche in ottica generazionale, sia dal punto di vista economico-produttivo che alimentare. Questo fa sì che si possano implementare politiche di sviluppo basate sul rispetto del sistema ecologico territoriale, producendo un impatto reale sulla vita quotidiana e il benessere della popolazione.
SISTEMA ITINERARI
FOCUS A
1. Città storica, artistica, culturale
2. Asparago di Padova; Gallina Padovana DOP
3. Giardino 11 Settembre
4. Navigli
5. Parco Europa
6. Parco Venturini
7. Parco del Roncajette
8. Parco Iris
9. Lungargine Bassanello – Guizza
10. Prato della Valle
11. Parco Brentelle
PARCO DELLE ACQUE – 9,4 Km
Padova si è dotata di un ambizioso progetto denominato “U verde”, un articolato sistema di percorsi ciclopedonali lungo gli argini dei canali che la circondano e che rientra nel disegno più ampio del Parco delle Acque della Città.
La conversione di 15 km di argini in terra battuta, ha riqualificato luoghi degradati, riconsegnando ai cittadini un paesaggio di qualità, basato su uno sviluppo urbano sostenibile, come buona pratica per la gestione pubblica. Zone abbandonate sono diventate nuovi percorsi alberati e pavimentati, con passerelle che collegano tra loro i quartieri.
Un sistema completo di illuminazione, segnalazione, zone di sosta e ristoro ne garantiscono una completa fruibilità, sia spaziale che temporale. Questi luoghi vanno quindi a comporre un grande parco lineare, che circonda Padova di una struttura verde dedicata alla mobilità lenta e al tempo libero, in grado di svolgere una rilevante funzione sociale, ricreativa e rigenerativa, legata alla cultura e ai capolavori artistici, storici ed ambientali della città.
FOCUS B
1. Città storica, artistica, culturale
2. Asparago di Padova; Gallina Padovana DOP
3. Museo della Navigazione Fluviale
4. Itinerario storico-architettonico
5. Corte Benedettina
6. Vino DOC delle Corti Benedettine
7. Itinerario delle bonifiche benedettine
8. Itinerario dei casoni veneti
9. Città storica lagunare
10. Torta ciosota; Branzino delle valli da pesca venete; Schille della laguna veneta; Moleche e masenete; Radicchio rosso di Chioggia IGP
11. Impianto idrovoro in edificio storico
12. Oasi WWF
13. Ville Venete della Riviera del Brenta
14. Vino DOC della Riviera del Brenta
VIA DEL SALE E DELLO ZUCCHERO – 63 Km
Da Padova si può raggiungere Chioggia e la Laguna Veneta con un itinerario indimenticabile.
Per il primo tratto, si lambiscono i Colli Euganei, fino a giungere a Battaglia Terme. Qui, dopo una visita presso il Museo della Navigazione Fluviale, si lasciano alle spalle i profili dei Colli Euganei e si punta con decisione verso oriente, seguendo il corso sinuoso del canale Vigenzone.
Nel corso della pedalata attirano l’attenzione alcune pietre bianche numerate e conficcate al suolo, ponti in muratura, originali paracarri in pietra e numerose ville venete. Questi sono segni che indicano l’esistenza di un’antica via d’acqua importante per la navigazione fluviale. Anche i nomi dei paesi ricordano la civiltà delle acque: Gorgo (piccolo specchio d’acqua) e Bovolenta (mulinello d’acqua).
Il paese successivo, Pontelongo, il cui nome si spiega da sé, deve il proprio sviluppo alla presenza di un grande zuccherificio costruito nel XIX secolo e tuttora attivo. La sede municipale é la bella villa Foscarini Erizzo, recentemente restaurata. Lasciato il paese dello zucchero, si incontra quello delle corti benedettine: Correzzola. Una passerella metallica consente di raggiungere la cinquecentesca Corte Benedettina costruita dai monaci e la chiesa parrocchiale dedicata a San Leonardo. Su queste terre i benedettini hanno avviato un’estesa lotta per contrastare il formarsi delle paludi e, ultimato il lavoro di bonifica, hanno costruito caratteristiche case rurali con stalla, fienile e granaio per diffondere l’agricoltura. Di queste oggi ne sono rimaste
ben sessanta e molte conservano ancora il nome del santo a cui sono dedicate. Successivamente si riprende la via alzaia sull’argine di sinistra, dopo pochi chilometri nei pressi di Castelcaro, un cartello turistico segnala che laddove oggi sorge un oratorio, nel Trecento i Carraresi avevano costruito un avamposto militare per presidiare la loro “via del sale”.
Chioggia, che ormai dista pochi chilometri, nel Medioevo possedeva in laguna una
delle più importanti saline del Mediterraneo. Nel corso dell’ultimo tratto il paesaggio cambia notevolmente, le distese di campi solcati da una fitta trama di fossi e canali lascia il posto alle distese piatte e luccicanti della laguna da cui affiora il centro storico di Chioggia, meta del nostro itinerario.
Lungo tale percorso sono possibili alcune deviazioni in concomitanza di itinerari minori, finanziati dal GAL Antico Dogado a cavallo tra le Province di Padova e Venezia, ed in particolare: Itinerario storico-architettonico di Candiana; Itinerario delle bonifiche benedettine; Itinerario dei casoni veneti.
TAGLIO NUOVISSIMO – 15 Km
Un percorso alternativo per giungere a Chioggia e alla laguna, partendo dal Veneto centrale, in particolare da Mira, affianca il tratto del Canale Nuovissimo, presso il quale si susseguono numerose costruzioni rurali, alcune delle quali appartenenti anche alla prestigiosa gamma delle Ville Venete.
Costeggiando poi la Statale Romea verso est, si aprono una accanto all’altra le valli lagunari, che alternano riserve naturali, come l’Oasi WWF di Valle Avarto, e valli da pesca, ricche di specie particolari di flora e fauna, e in cui si incontrano i suggestivi casoni di valle come Ca’ Tiepola e Casone la Girona.
Nell’entroterra, dove si snoda l’itinerario, sono visibili numerosi esempi di architettura rurale, che connotano il territorio fino ad arrivare al centro abitato di Codevigo. Lungo tale itinerario è visitabile l’idrovora del Macchinon. Da non trascurare il valore enogastronomico della zona, visto che si attraversano sia l’ambito di produzione del vino DOC Riviera del Brenta, sia quello del Radicchio rosso di Chioggia IGP.
FOCUS C
1. Città storica lagunare
2. Torta ciosota; Branzino delle vali da pesca venete; Schille della laguna veneta; Moleche e masenete; Radicchio rosso di Chioggia IGP
3. Riserva naturale integrata Bosco Nordio
4. Idrovora Busiola
5. Giardino Botanico Litoraneo del Veneto
6. Riso del Delta del Po’; Pane del Delta; Anguilla del Delta del Po’; Cozza di Scardovari; Vongola verace del Polesine
7. Parco Regionale del Delta del Po’; Valli da Pesca
8. Idrovora di Ca’ Vendramin-Museo Regionale della Bonifica
9. Ostello Amolara-Septem Mària Museum
10. Radicchio variegato di Lusia; Aglio bianco del Polesine; Pagnotta del Doge; Gallina ermellinata di Rovigo; Porro del Polesine
11. Città storica
VIA DEL MARE – 93 Km
Il lungo litorale veneto è caratterizzato da paesaggi in cui domina l’elemento ”acqua”: dagli scenari del Delta del Po’ alle valli da pesca, fino a raggiungere la Laguna di Venezia, dopo aver attraversato le foci dei fiumi Adige e Brenta.
L’itinerario, a sua volta inserito all’interno della rete Escursionistica Veneta (I3), parte dal centro storico di Rovigo, città dalle numerose testimonianze di un passato fiorente.
Da Rovigo ci si dirige verso Adria (RO), dove si può fare una tappa presso il “Septem Mària Museum”, che narra la storia dell’acqua nel Delta del Po’ e il suo rapporto con gli abitanti della zona, che la consideravano, differentemente da oggi, spesso più un problema che come una risorsa, a causa della palude malsana che caratterizzava l’area polesana.
Successivamente l’itinerario prosegue avvicinandosi al Parco Regionale Veneto del Delta del Po’, paesaggio creato sia dalla sedimentazione del fiume, che dall’opera dell’uomo che nei secoli ne ha regimentato le acque e bonificato i terreni. In quest’area, natura, storia, tradizione, cultura ed arte si intrecciano, offrendo al visitatore un paesaggio inedito e sorprendente. Nel Delta si distinguono vari ambienti, ognuno con caratteristiche peculiari: la campagna con i paleoalvei, le dune fossili, gli argini, le golene, le valli da pesca, le lagune o sacche e gli scanni.
Dal Delta del Po’ si risale poi in direzione Chioggia, “la piccola Venezia”, ricollegandosi all’itinerario della “Via del sale e dello Zucchero”. Prima di giungere a destinazione però, un’altra sosta di carattere paesaggistico-ambientale merita di essere fatta: il Giardino Botanico Litoraneo del Veneto. Collocato all’estremità meridionale della penisola di Caleri, il Giardino, che si estende su una superficie di 44 ettari, è caratterizzato dalla presenza di una notevole varietà di habitat, dalla laguna alle dune fino alla spiaggia.
BOSCO NORDIO – 27 Km
Il percorso si immerge nell’ambiente naturale alternando litorale marino, aree agricole per lo più coltivate ad orto, paesaggio fluviale (diviso fra Brenta ed Adige) e la riserva naturale integrata del Bosco Nordio, sviluppandosi nell’area a sud-est di Chioggia.
L’itinerario alterna continuamente acqua e terra con i caratteristici elementi costituenti: fauna, percorsi campestri, orti ed abitazioni rurali.
FOCUS D
1. Città storico-artistica
2. Città storico-artistica; Museo Nazionale Atestino
3. Città storico-artistica; Ville venete
4. Borgo; Monastero; Museo delle antiche vie
5. Vino DOC di Merlara
6. Idrovora Vampadore
7. Idrovora Cavariega
8. Idrovora Nuova Frattesina
9. Idrovora Botte tre canne
10. Abbazia di Carceri
11. Ex fornace Museo geo-paleontologico dei Colli Euganei
12. Vino DOC dei Colli Euganei; Prosciutto veneto berico euganeo; Olio DOP dei Colli Euganei
13. Torre Colombaia
14. Moscato fior d’arancio
15. Abbazia di Praglia
16. Castello e ville venete; Centro termale
17. Città storica, artistica, culturale
18. Asparago di Padova; Gallina Padovana DOP
ANELLO DELLE CITTA’ MURATE – 60 Km
Realizzato dalla Provincia di Padova, grazie anche ai finanziamenti dei GAL, questo itinerario, dalla forte valenza paesaggistico-ambientale, è in grado di mettere in connessione tra loro le maggiori emergenze storico-architettoniche presenti nell’ambito della Bassa Padovana ai confini sud-ovest della provincia.
La prima città murata che incontriamo nel corso di questo itinerario suggestivo è Monselice, bella cittadina collinare dal nucleo storico-monumentale, che si snoda lungo le pendici del colle della Rocca. Si visita il ricco castello, la Via giubilare delle Sette Chiese con l’antica Pieve di S. Giustina e l’Oratorio di S. Giorgio, e si ammirano varie ville e palazzi (villa Nani – Mocenigo, villa Pisani, villa Duodo). Nel Retratto di Monselice, zona di bonifiche cinquecentesche, si incontra l’oratorio della Madonna delle Ave, la cui costruzione ha inglobato un muro antico, vestigia della fortificazione del monte Buso.
In breve, proseguendo verso ovest, si raggiunge Este, nel cui centro si apre la vasta Piazza Maggiore e si affacciano i palazzi più prestigiosi della città. Gli scorci che meritano una sosta fotografica sono numerosi: la torre civica con l’orologio, le residenze signorili, i luoghi di culto e il castello carrarese.
Dopo aver visitato il Duomo dalla particolare forma ellittica e scrigno di opere d’arte, si riprende l’argine del canale Bisatto, fino a raggiungere il nodo idraulico del Sostegno, dove si continua a pedalare lungo il Fiume Frassine.
Dall’alto dell’argine, immersi nel silenzio della campagna, lo sguardo spazia ad oriente, verso i Colli Euganei, ad occidente, verso quelli Berici, e a sud, fino a Montagnana, meta del nostro viaggio. Nel XIV secolo la città murata assunse l’impronta originale che possiamo ancora oggi ammirare.
In quel periodo i Carraresi completarono con la Rocca degli Alberi (1362) la cinta muraria che conta ben 24 torri alte 17 metri. Quella più alta (38 metri) è dell’edificio militare più antico della città: il castello di San Zeno. La visita al centro storico permette di ammirare nobili dimore, tra cui villa Pisani, opera di Palladio, e il Duomo, la cui architettura complessa armonizza gli elementi gotici con quelli rinascimentali.
Da Montagnana, il ritorno verso Monselice può essere fatto lungo un tragitto alternativo che costeggia i fiumi Fratta e Frassine. In direzione sud, infatti, si raggiunge il borgo di San Salvaro, frazione di Urbana, dove si può visitare l’omonimo Monastero, recentemente valorizzato grazie alla realizzazione del “Museo delle antiche vie”, e da cui si intercetta il fiume Fratta, il cui argine di destra, asfaltato e poco trafficato, è il percorso da seguire per raggiungere da prima l’idrovora Vampadore e poi l’antico nodo idraulico del ponte delle Tre Canne, nel Comune di Vighizzolo d’Este.
Qui lasciamo il fiume Fratta per prendere invece il fiume Frassine, che risaliamo fino ad Este, passando per l’ex Abbazia di Carceri.
ANELLO DEI COLLI EUGANEI – 75 Km
L’intero sistema collinare euganeo conta un centinaio di alture, insiste su un perimetro ellittico ed occupa una superficie totale di circa 21 mila ettari. Per valorizzare questo paesaggio unico e per tutelarne la straordinaria biodiversità, nel 1989 è stato istituito il Parco Regionale dei Colli Euganei.
Lungo l’anello ciclabile numerose sono le mete turistiche che è possibile incontrare. La serie di ville venete inizia alle porte della città di Padova, da dove parte l’itinerario, con villa Molin, continua a Battaglia Terme con il Castello del Catajo e con villa Selvatico – Sartori, e poco più avanti con villa Emo, dal tipico giardino all’italiana. Raggiunta Monselice, si possono visitare la piazza, il castello e la vicina passeggiata del Santuario Giubilare delle Sette Chiese che sale a villa Duodo sul monte della Rocca. Riprendendo il viaggio in direzione sud, si attraversano ampie aree di bonifica dove troviamo il complesso Buzzacarini – Benetti e poco dopo villa Barbaro.
Da questo punto la vista spazia su tutta la parte meridionale dei Colli Euganei: si individuano sullo sfondo la cima più alta degli Euganei, il monte Venda (601 m), e ad occidente le torri del castello di Este.
Attraversato il suggestivo centro storico estense, si risale il canale Bisatto, che, in località Bomba, affianca un’antica fornace, oggi sede del Museo geo-paleontologico dei Colli Euganei, la cui visita è consigliata agli amanti dei fossili e dei minerali. L’itinerario prosegue verso il monte Lozzo, alle cui pendici si trova intatto il trecentesco castello di Valbona, e termina a Vo’ Vecchio in un’atmosfera d’altri tempi.
A Bastia di Rovolon, si passa accanto ad una magnifica torre colombaia e ci si immerge tra i vigneti dai quali si producono i famosi vini rossi e il profumato Moscato Fior d’Arancio. Al termine della strada campestre, si scende verso Montemerlo.
Giunti infine all’estremità nord-est dei colli, conviene prevedere una sosta per visitare l’abbazia di Praglia, autentico gioiello rinascimentale e importante centro della spiritualità benedettina. L’ultimo tratto verso Padova passa attraverso le Terme di Abano e Montegrotto, capitali europee di cura e benessere grazie alla presenza del famoso centro termale.
FOCUS E
1. Villa Maschio
2. Villa Contarini
3. Latteria; Vacche rendene
4. Prati stabili per l’attività agricola e zootecnica5. Area Risorgive attive
6. Lumache da allevamento
7. Latteria
8. Area Risorgive attive
9. Antico Mulino
10. Area Risorgive attive
11. Latteria e Caseificio
12. Latteria sociale
DESTRA BRENTA, DI VERDE E D’AZZURRO – 45 Km ca
In questo focus vengono proposti quattro itinerari alla scoperta delle principali bellezze storico-artistiche e naturalistiche degli otto Comuni della Destra Brenta padovana, fra centri abitati e aziende agricole.
Il progetto di Valorizzazione Turistico-Rurale dell’area Destra Brenta, sviluppato dalla Provincia di Padova e finanziato dalla Camera di Commercio di Padova, compie un ulteriore passo avanti mettendosi a sistema con gli altri itinerari veneti lungo i corsi d’acqua. L’iniziativa, sia a livello della progettazione specifica degli itinerari, sia a livello del suo inserimento nel sistema territoriale delle Vie della Bonifica, ha lo scopo di far conoscere le peculiarità e le bellezze di un territorio unico nel suo genere, caratterizzato dalla presenza dei prati stabili e delle risorgive, di aziende ad indirizzo zootecnico, impegnate nella produzione di latte fresco, formaggi a marchio di qualità e carne di prima scelta.
Il tutto in un ambiente in cui natura ed arte si fondono armoniosamente. Basti pensare alla presenza delle ville venete, dalla celebre Villa Contarini a Piazzola sul Brenta alle molte altre dimore patrizie sparse nella campagna. Ricchezze che vogliono potersi far scoprire, conoscere ed esportare, attraverso la proposta di alcuni semplici itinerari fra prodotti tipici, aziende agricole, chiese, centri storici e altri luoghi di interesse.
L’Alta Padovana si distingue, nel panorama provinciale, per il forte sviluppo produttivo, residenziale ed infrastrutturale, che negli ultimi decenni ha cambiato il volto del territorio. Questo fenomeno non ha però compromesso la forte valenza ambientale dell’area destra Brenta, che ancora oggi vanta una lunga tradizione agricola in virtù della presenza di risorse importanti e da tutelare, come l’acqua e i pascoli.
Negli ultimi anni, la scena nazionale ed internazionale ha assistito ad una diversificazione dell’attività agricola, rivolta non solo alla produzione in senso stretto, ma anche all’offerta di servizi, dall’agriturismo alla fattoria didattica. Realtà che stanno conoscendo un certo sviluppo anche nell’area Destra Brenta e che danno risposta alle necessità indotte dal crescente fenomeno del turismo rurale. In questo contesto le attività agrituristiche giocano un molo cruciale, in qualità di intermediario privilegiato fra il territorio e il turista.
FOCUS F
1. Città storica, artistica, culturale
2. Radicchio rosso di Treviso IGP; Radicchio verdolino o Verdon; Casatella trevigiana; Trota e storione del Sile
3. Porto di Fiera
4. Centrale idroelettrica; Cimitero dei Burci
5. Idrocronometro
6. Chiesa Romanica di San Martino; Ville venete
7. Torre Carrarese
8. Castello; Chiesa di San Cipriano
9. Idrovora Portesine
10. Abbazia di Santa Maria del Pero; Ville Venete
11. Ville venete
12. Vino DOC Piave; Asparago Bianco di Cimadolmo IGP
13. Castello; Ville storiche; Aree naturali e boschi (Cascata di Corbolone)
14. Città storica, artistica, culturale; Siti archeologici
15. Vino DOCG Malanotte
16. Piccolo centro di valore storico-artistico; Ville venete
17. Setificio Piovesana-archeologia industriale
18. Mulini storici di artigianato locale
GIRASILE – 40 Km
Itinerario inserito in una rete di percorsi esistenti e nuovi, lungo il fiume Sile, attraverso percorsi pedonali, ciclabili acquei sia a motore che a remi.
Sviluppandosi dal centro della Città di Treviso sino al Comune di Casale sul Sile, l’itinerario ha inizio nei pressi del Ponte della Gobba, lungo le rive del fiume a poca distanza dal centro storico di Treviso. Lungo la pista ciclabile si incontra prima il Porto di Fiera, ultimo vero porto della città, attivo fino alla prima metà del secolo scorso, poi la centrale idroelettrica di Silea, per arrivare sulla riva destra, al cimitero dei burci, dove giacciono affondate le imponenti imbarcazioni utilizzate per il trasporto commerciale di merci. I burci, facilmente visibili grazie ad un sistema di passerelle in legno, vennero abbandonati nel 1975, quando la navigazione fluviale fu soppiantata dal più moderno trasporto su gomma.
Giunti a Casier si possono notare le imponenti sponde che accompagnano la grande ansa su cui un tempo si stendeva il principale porto fluviale del Sile. Oltre cento imbarcazioni potevano fermarsi qui per la notte, realizzando un suggestivo e temporaneo “ponte di barche sul fiume”. A poca distanza dalla Chiesa, addossato ad un muro, possibile osservare da vicino un originale orologio ad acqua (idrocronometro).
Lasciando Casier, il percorso segue piste ciclabili arginali e strade campestri, riprendendo la via del fiume dove si concentrano numerose ville venete.
Giunti al vicinale di Rivalta, l’alto campanile merlato e la Torre Carrarese, preannunciano l’arrivo a Casale sul Sile, da cui si dipartono due possibili percorsi alternativi.
Il primo ritorna verso Treviso e dà la possibilità di pedalare su strade campestri, costeggiando ex-cave di argille oggi rinaturalizzate e, una volta ritornati a Casier, si può deviare lungo l’ansa del Sile morto e la via dei Tappi. Si ricorda che nella campagna circostante a questa tratta si coltivano gli eccellenti ortaggi trevigiani che diventano specialità gastronomiche che si possono assaggiare accompagnandole con un calice di Prosecco in una delle tante osterie del centro di Treviso.
DAL SILE AL LIVENZA
Il secondo percorso che parte da Casale sul Sile si orienta invece in direzione nord-est, intercettando alcuni dei corsi d’acqua principali del Veneto.
Realizzato dalla Provincia di Treviso grazie anche ai finanziamenti del GAL Terre di Marca, l’itinerario di slow mobility dal Sile al Livenza (TV2) si estende nel territorio compreso tra questi due fiumi.
Il pregio di tale itinerario sta nella capacità di mettere in connessione le emergenze storico-architettoniche ed ambientali presenti, mettendole a sistema tra loro grazie a finanziati provenienti dal GAL Terre di Marca e dal GAL Venezia Orientale, ovvero valorizzando specificità ed elementi in comune di questo lembo orientale del Veneto, a cavallo tra le due province.
Nell’ambito territoriale di questo itinerario, è attivo l’Osservatorio locale per il paesaggio della bonifica del Veneto Orientale, ed inoltre il turista che si muoverà lungo questo itinerario potrà visitare il Muse della bonifica di San Donà di Piave.