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Vighizzolo D’Este e Sant’Urbano

Il nostro cammino alla scoperta del territorio torna nella Bassa Padovana con le #pillolerurali del progetto #daiColliall’Adige ci porta oggi alla scoperta di due luoghi importanti legati alla storia delle bonifiche di questi territori: il Ponte delle Tre Canne a Vighizzolo d’Este e la Rotta Sabadina a Sant’Urbano.

 

Il Ponte delle Tre Canne, situato nel comune di Vighizzolo, ai confini con il comune di Sant’Urbano, nell’estremità occidentale della località Anconetta, fu realizzato intorno al 1563 per volontà del Magistrato alle acque della Repubblica di Venezia al fine di bonificare il “lago de Vigizuol” – il lago di Vighizzolo – che occupava tutta l’area circostante.

 

Si tratta di una costruzione interamente in pietra che consente di convogliare le acque del Fratta attraverso tre grandi bocche a forma conica per farle defluire sotto il fiume Santa Caterina, che scorre sopra perpendicolarmente.
Contestualmente alla realizzazione del Ponte delle Tre Canne furono eseguite importanti opere di arginatura dei fiumi in modo da contenerne le acque all’interno degli alvei e prosciugare il lago di Vighizzolo bonificando la campagna. I territori di Vighizzolo e Sant’Urbano, infatti, erano nel passato, caratterizzati dalla presenza di un grande lago di formazione naturale poiché trattandosi di zone relativamente basse qui confluivano cinque canali. Nel 1558 la Repubblica di Venezia istituì la figura del Magistrato dei “Beni Incolti” e decise di rendere fruttifera tutta questa zona allora paludosa, realizzando il Ponte delle Tre Canne. Il prosciugamento dei terreni proseguì anche nei sei secoli successivi per essere ultimato nella parte sinistra del fiume Gorzone – a ovest della strada Tre Canne – dal Consorzio di Bonifica Cavariega di Este con l’importante impianto costruito negli anni 1920-21 in località Colonna.

 

Da Vighizzolo d’Este ci spostiamo quindi all’altra estremità del territorio comunale di Sant’Urbano e, più precisamente, al confine con il comune di Barbona dove si trova, invece, la Rotta Sabadina, un tempo importante diversivo dell’Adige, dove è possibile ancora oggi osservare i resti della chiavica, un’imponente opera di architettura idraulica costruita nel XVI secolo che fungeva da sistema di regimazione delle acque dell’Adige. Recentemente restaurato, il sostegno regolatore si presenta oggi come una massiccia struttura in laterizio a tre fornici e particolari in materiale lapideo.


Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020

Organismo responsabile dell’informazione: GAL Patavino

Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste

 

L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

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