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Torreglia

Con il nostro viaggio #daiColliall’Adige torniamo oggi sui Colli Euganei, a Torreglia per la precisione, per una passeggiata che, partendo dal centro del paese verso la località Torreglia Alta lungo la strada un tempo denominata Contrà dei Molini, ora Via Facciolati, ci condurrà attraverso la Valle del Rio Calcina per raggiungere il sito che un tempo ospitava alcuni dei mulini più antichi dell’area: dopo un breve tratto in cui si fiancheggia il Rio, la salita prosegue effettuando due tornanti, prima dei quali si scorge sulla destra il complesso edilizio che un tempo costituiva l’impianto principale degli antichi mulini.

Oggi gli edifici, accuratamente restaurati, sono stati adibiti a struttura ricettiva. Non presentano più le ruote che un tempo venivano azionate dalle acque dell’adiacente corso d’acqua per macinare il grano, tuttavia il luogo ha mantenuto intatto il suo fascino e ha conservato l’integrità architettonica delle strutture.

L’esistenza dei mulini di Torreglia è attestata da documenti risalenti alla prima metà del XII secolo, che dichiarano il passaggio di proprietà al Monastero di Praglia. Le fonti storiche risultano più ampie solo a partire dal XV secolo quando gli impianti sul Rio Calcina si presentano articolati in due poste molitorie e ciascuna di esse risulta dotata di almeno una ruota. All’inizio del Cinquecento i mulini passano sotto il controllo della famiglia padovana dei Candi di Borgo Rogati, diventando poi oggetto della controversie ereditarie tra i discendenti di Gerolamo Candi e i monaci di S. Giustina di Padova.

La titolarità di “ruote” sui Colli Euganei significava ricchezza e potenza sia per i titolari che per i livellari, anche se la macinazione del grano non era garantita durante tutto l’anno a causa della portata d’acqua variabile del Rio Calcina.

 

A Torreglia i mulini di Valderio rifornivano l’intero abitato e appartenevano alla tipologia dei mulini “a coppedello”, ossia utilizzavano una ruota a cassette anziché a pale. Gli opifici natanti in pianura, quelli galleggianti sui grandi fiumi come il Bacchiglione o l’Adige oppure quelli terragni dei canali minori, utilizzavano la spinta idraulica generata sulle pale, mentre sui Colli Euganei le sottili ruote dal diametro medio di 4 mt venivano azionate mediante il peso dell’acqua raccolta nelle cassette (o coppe).


Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020

Organismo responsabile dell’informazione: GAL Patavino

Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste

 

L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

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