AMBIENTE: I RESIDUI DI POTATURA TRASFORMATI IN ENERGIA PULITA, HI-TECH E SENZA EMISSIONI, RISCALDERANNO L’ABBAZIA DI PRAGLIA
Filiera legno energia, nuova risorsa per l’agricoltura con il progetto pilota di GAL Patavino e organizzazioni agricole: le ramaglie di vigneti, uliveti e frutteti alimentano la caldaia a cippato installata nel secolare monastero.
L’anidride carbonica prodotta non viene dispersa ma convogliata nel prototipo di fotobioreattore messo a punto dall’Università di Padova per la coltivazione di alghe, ottimo fertilizzante in agricoltura.
Da scarto a risorsa, con immediate ricadute positive sull’ambiente. I residui delle potature in agricoltura possono alimentare la filiera virtuosa “legno – energia” grazie all’impiego di nuove tecnologie che permettano non solo di sfruttare gli scarti come fonte energetica ma anche di ridurre le emissioni di anidride carbonica del processo produttivo. Un’iniziativa ad alto tasso di innovazione che avrà come teatro l’Abbazia di Praglia, secolare centro di cultura ma anche di attività agricola. Fin dal medioevo i monaci si dedicano infatti alla coltivazione della vite e dell’olivo, oltre che di frutta e ortaggi, e ora sono protagonisti anche di questo salto nel futuro.
Nasce così il progetto pilota attivato da GAL Patavino in collaborazione con le organizzazioni agricole Coldiretti Padova, Cia e Confagricoltura e finanziato dalla Regione Veneto con i fondi LEADER del Programma di Sviluppo Locale. L’iniziativa, chiamata “Remed”, che sta “Reduction of EMission by bioEnergy as rural areas Development”, punta infatti allo sviluppo della filiera legno-energia da residui di potatura con la riduzione delle emissioni di gas serra come volano nello sviluppo delle zone rurali e ha ottenuto un finanziamento di 145.000 euro.
Come? L’aspetto innovativo del progetto, insieme alla valorizzazione della filiera legno –energia, è nell’impiego di un fotobioreattore, un sistema di coltivazione di alghe e microorganismi, che permette di abbattere le emissioni di CO2 e di accrescere l’efficienza energetica del progetto che porta all’uso della biomassa di scarti delle potature in agricoltura. Il punto di partenza, infatti, sono le ramaglie raccolte in vigneti, frutteti e oliveti al termine delle operazioni di potatura. Una quantità di legno che finora costituiva per lo più un problema e che ora invece può diventare una risorsa. Il progetto prevede infatti di trasformare gli scarti di potatura delle aziende agricole dei Colli Euganei e della Bassa Padovana in cippato per alimentare gli impianti energetici di ultima generazione. Uno di questi è la nuova caldaia a cippato che permetterà di fornire calore all’Abbazia di Praglia.
Qui entra in gioco l’innovazione che guarda alla sostenibilità ambientale e chiude il cerchio virtuoso, grazie all’impiego di un prototipo messo a punto dal gruppo di lavoro in collaborazione con l’Università di Padova – Centro Levi Cases. Si tratta di un fotobioreattore per la produzione di alghe da impiegare come fertilizzanti o ammendanti naturali in agricoltura, nel quale vengono convogliate le emissioni della caldaia. L’anidride carbonica prodotta dalla combustione del cippato anziché essere dispersa nell’atmosfera viene convogliata in questo nuovo impianto per alimentare il processo di accrescimento di bioalghe che potranno essere usate come fertilizzante in agricoltura. L’avvio della fase sperimentare all’Abbazia di Praglia permetterà di testare e valutare l’intero processo produttivo e di migliorarlo ulteriormente.
“E’ senza dubbio un progetto innovativo – spiega Federico Miotto, presidente del GAL Patavino – che ci permette di valorizzare la filiera energetica partendo dal materiale di scarto delle aziende agricole in un’ottica di sostenibilità e di impatto ambientale ridotto al minimo grazie a queste soluzioni tecnologiche. Questo ci permette di usare tutto ciò che si produce in agricoltura e di abbattere le emissioni di anidride carbonica degli impianti a cippato, con una ricaduta positiva sull’ambiente e anche sulle prospettive di sviluppo nelle nostre zone rurali.
Questo progetto di filiera si occupa anzitutto di organizzare un sistema capillare di raccolta degli scarti di potatura direttamente nel fondo agricolo, di creare piattaforme di stoccaggio e di cippatura, fino al conferimento alle centrali termiche per la produzione di energia e calore. Raccolta, logistica e riutilizzo hanno l’impatto migliore in termini ambientali ed economici se gestiti localmente con la logica della filiera corta. Non solo, l’impiego delle alghe come fertilizzanti, chiude questo processo virtuoso: la sostanza organica sottratta con le potature viene bilanciata con l’uso delle alghe per fertilizzare il terreno. Ringrazio tutti coloro che in questi mesi hanno dato il loro contributo all’ iniziativa”.
I partner del progetto sono: l’azienda agricola a responsabilità limitata Abbazia di Praglia, dove viene installato il prototipo di impianto, Biomass Green Energy Srl e Azienda agricola Colli del Poeta di Paolo Ottolitri, che forniranno il materiale per il mantenimento della caldaia a cippato, l’Università degli Studi di Padova – Centro Levi Cases, che si occuperà della progettazione e test del prototipo, e Eco-Management s.r.l., capofila di progetto, che oltre a coordinare tutte le azioni del partenariato, si occuperà delle analisi successive. L’intervento è lo step conclusivo del progetto chiave “Le nuove energie, la nostra accoglienza”, che ha visto come prima fase lo studio pilota “Biomassa A+”, sempre finanziato dal GAL.