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Bagnoli di Sopra

Nuovo appuntamento con le Pillole rurali che ci accompagnano ancora alla scoperta della Bassa Padovana, oggi nell’area del Conselvano, per visitare insieme la seicentesca Chiesa di San Michele nel comune di Bagnoli di Sopra.

La chiesa – già citata in un documento del 954 con il nome di “Capela Sanctae Mariae et Sancti Michaelis arcangeli” – conservò le sue forme originarie fino al 1424, anno in cui tutti i beni del territorio di Bagnoli passarono sotto il controllo dei monaci della Congregazione di Santo Spirito. Nel 1425, sotto la guida dell’allora priore Andrea Bondumier, la cappella venne ampliata e ristrutturata: il risultato fu una nuova chiesa di cui oggi si conserva intatto solo il presbiterio che, insieme all’unica navata, costituiva all’epoca l’edificio. All’interno la chiesa era divisa in due settori, anteriore e posteriore, da un muretto costruito trasversalmente nella zona centrale e, nei due settori, assistevano alle celebrazioni separatamente uomini e donne.

 

Nel 1481 i monaci si resero conto che le dimensioni erano inadeguate ad accogliere sia i confratelli sia i fedeli e decisero quindi di costruire una nuova chiesa più grande: i lavori iniziarono nel 1507 con la realizzazione del campanile, tuttora esistente, molto più grande della chiesa la cui ricostruzione venne però non venne nemmeno iniziata a causa della guerra della Lega di Cambrai che causò al monastero di Santo Spirito – e di conseguenza all’intero paese – ingenti danni.

 

Fu solo dopo la cessione della tenuta di Bagnoli alla famiglia Widmann e a quella dei Nave che fu possibile la costruzione di una nuova chiesa. La realizzazione del nuovo edificio ebbe inizio nel 1662 con la demolizione della vecchia chiesa di San Michele Arcangelo. La nuova chiesa – che assieme al campanile cinquecentesco, che rimase intatto, costituisce l’attuale chiesa parrocchiale del comune di Bagnoli – fu costruita tra il 1662 e il 1674. L’edificio, composto da una grande navata rettangolare curvata agli angoli, conserva l’altare maggiore realizzato dallo scultore Antonio Bonazza e alcuni affreschi di scuola mantegnesca dedicati alla Vergine a cui si sovrappongono lacerti di affreschi dal Cinquecento. Sono inoltre presenti dipinti dei secc. XVI e XVII tra cui la pala dell’altare maggiore opera di Antonio Zanchi.


Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020

Organismo responsabile dell’informazione: GAL Patavino

Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste

L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

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