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Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali
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PILLOLE RURALI - MAPPA RETRATTO DEL GORZON 12.12.2017

#daiColliall'Adige è il nuovo sistema di promozione del turismo rurale che coinvolge 46 Comuni dell’area che si estende dai Colli Euganei fino al fiume Adige caratterizzata da uno straordinario patrimonio fatto di storia, cultura e tradizioni che si unisce a una sorprendente ricchezza in termini paesaggistici e naturalistici.

 

Circa 1.000 chilometri quadrati di territorio in cui le colline di origine vulcanica che compongono il Parco regionale dei Colli Euganei, con i loro inconfondibili volumi conici dalla geometria quasi perfetta risalenti a oltre 40 milioni di anni fa, si stagliano nel cuore di una fertile pianura che si estende fino all'Adige, caratterizzata da una campagna pressoché incontaminata e attraversata da corsi d'acqua e canali. 

 

Si tratta di una meta ideale per coloro che amano viaggiare per visitare luoghi spesso meno conosciuti, al di fuori dei circuiti turistici di massa e dei percorsi più battuti, per godere di un tempo più dilatato e rilassato, per scoprire il territorio rispettandolo, conoscendone gli abitanti e il paesaggio, l’arte e la storia, la cultura e le tradizioni.

 

Attraverso un percorso a tappe che inauguriamo con questa newsletter, vogliamo raccontare e sensibilizzare anche gli abitanti di questi luoghi alla scoperta e alla riscoperta dei piccoli grandi gioielli custoditi nei nostri territori.

 

Il nostro percorso alla scoperta dei Colli Euganei e della Bassa Padovana parte da un luogo che custodisce uno dei più importanti documenti oggi esistenti che racconta la storia di queste terre: la mappa del Retratto del Gorzon, un'imponente mappa catastale di circa 8 metri per 3, perfettamente conservata e realizzata nel Cinquecento su incarico della Serenissima Repubblica di Venezia, oggi visibile all'interno del Museo Civico Etnografico di Stanghella (www.tur-rivers-stanghella.it).

 

Il termine retratto deriva dal verbo latino retrahere che nella frase “retrahere terram ab acqua” significa: “sottrarre la terra all’acqua”. Il retratto è, quindi un territorio da bonificare, e quello del Gorzon – che aveva una superficie di 36.800 campi padovani corrispondenti a circa 140 kmq – comprendeva quasi tutto il territorio estense, parte del monselicense antico fino all’Adige e il montagnanese (ad esclusione di Saletto, buona parte di Megliadino S. Fidenzio e di Santa Margherita).

 

La mappa fu realizzata dal perito Hercole Peretti su incarico della Serenissima Repubblica di Venezia. Durante il XVI sec., infatti, la Repubblica di Venezia avvertiva la necessità di bonificare le zone paludose che occupavano gran parte dell’entroterra per poter così sfruttare economicamente i terreni e nel 1545 il Senato Veneto nominò a questo scopo tre provveditori ai beni inculti, che vennero incaricati del ripristino delle terre improduttive.

 

Prima del XVI sec il territorio della Bassa Padovana era, quindi, caratterizzato da ampie zone paludose che servivano talvolta come bacini di scolmo dei corsi d’acqua in tempi di piena. La grande opera di bonifica voluta dai Veneziani condusse al radicale cambiamento dell’assetto territoriale.

 

L’argine vecchio del Gorzon costituiva un ostacolo al deflusso delle acque che tendevano pertanto a ristagnare formando la grande palude della Griguola e le altre vicine. Quelle acque furono fatte defluire grazie all’incisione del dosso dell’argine da cui prese il nome l’intero canale terminato di costruire nel 1558, il Gorzone.

 

 

Proseguendo con lo scavo del canale si rese necessario farlo passare al di sotto dell’alveo pensile del fiume Santa Caterina attraverso un ponte a tre fori da cui il nome della località Tre Canne a sud di Vighizzolo. Al termine dei lavori il Gorzone aveva collegato il Fratta al fiume Brenta nel quale si immette anche oggi nel suo percorso verso l’Adriatico.

 

 

La carta rappresenta la fase ancora iniziale dell’ambizioso progetto di bonifica che avrebbe delineato l’attuale rete idrica e in essa spiccano ancora le formazioni paludose di cui le maggiori sono il Lago di Vighizzolo e il Lago della Griguola.

 

 

Il Museo Civico Etnografico è aperto al pubblico il sabato e la domenica dalle 15 alle 18. Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a museo.stanghella@gmail.com o telefonare ai numeri 0425 95670 e 392 6562906.

 

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L'iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

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